... e stranamente mi viene da spendere qualche parola su cose che sono entrate pian piano nella vita mia e di chi ha vissuto insieme a me due decenni come gli 80's e i 90's...
Perchè? sarà quest'aria (freddissima tra l'altro) di inizio 2009, o l'avvicinarsi inesorabile degli "enta"... in ogni caso riverberi di questo pazzesco ventennio mi giungono da ogni dove, e tanto per iniziare bene questa celebrazione della futilità vorrei partire dal nostro caro tubone (ebbene si, all'epoca non esisteva neanche l'idea di uno schermo LCD) e in particolare da un prodotto tutto tricolore che, proprio a cavallo tra 80's e 90's, ha dominato le platee televisive: Classe di ferro!!
Perchè? sarà quest'aria (freddissima tra l'altro) di inizio 2009, o l'avvicinarsi inesorabile degli "enta"... in ogni caso riverberi di questo pazzesco ventennio mi giungono da ogni dove, e tanto per iniziare bene questa celebrazione della futilità vorrei partire dal nostro caro tubone (ebbene si, all'epoca non esisteva neanche l'idea di uno schermo LCD) e in particolare da un prodotto tutto tricolore che, proprio a cavallo tra 80's e 90's, ha dominato le platee televisive: Classe di ferro!!
Opera trash di altissimo valore fin dalla sigla, scritta e cantata da un Jovanotti "primo style", mi ha tenuto letteralmente incollato alla tele ieri notte e nonostante l'orario assurdo mi sono gustato ancora una volta una delle tante strambe vicende di questo allegro plotone di scalcagnati (quanto in verità assai normali) ragazzetti italiani.
Anche se l'effettiva qualità della recitazione e della sceneggiatura non era tutto 'sto granchè, diciamolo, credo che la forza della serie fosse davvero intrinseca nell'idea di partenza: illustrare una vita a base di divertimento sregolato e imprevisti di ogni genere sviluppata nelle pieghe della vita militare, scandita invece da orari ferrei e austera disciplina.
Con un potenziale di questo calibro era necessario adattare il sistema dei personaggi a ogni evenienza, da cui un gruppo assai eterogeneo sia per vocazione artistica (chi arrivava dal teatro, chi dal cabaret, chi proprio dal nulla) che per origine geografica, giusto per rendere il tutto un po' più colorito (come non ricordare l'accento toscano di Montini o quello veneto del sergente Scherone, o ancora quello pugliese di Serra). Aggiungi nel cast gente come Adriano Pappalardo, Rocco Papaleo, Giampiero Ingrassia e Maurizio Mattioli et voila... il successo è servito!
Non mi dilungherò a proposito delle trame abbastanza sconclusionate dei vari episodi (per quello c'è sempre l'ottimo Wikipedia) o in nostalgiche sviolinate tipo "ora non ne fanno più così", e vado a concludere questo primo assaggio di mio "Amarcord" sub-culturale pre-adolescenziale precisando che buona parte del successo di Classe di ferro per me è derivato da quel gusto di proibito da violare, da assaggiare solo quando riuscivo ad accedere alla tv senza mamma e papà nei dintorni, perchè come tante altre serie televisive (su cui magari tornerò più avanti) questa rappresentava tutto quello che un ragazzino di 8 anni non doveva assolutamente "ancora" conoscere... ahhh, gli anni 80!!
Spero di non avervi annoiato con questo futile post, ma anzi di aver fatto riemergere qualche ricordo in quanti di voi hanno condiviso con me piccoli attimi di (dis)educazione artistico-mediatica all'insegna del buon umore, della spensieratezza e del totale cattivo gusto estetico!! (ecco che mi arriva l'ispirazione per la prossima puntata ^_^)
vi lascio con la sigla della seconda serie firmata dal mitico Pappalardo ;-)
Anche se l'effettiva qualità della recitazione e della sceneggiatura non era tutto 'sto granchè, diciamolo, credo che la forza della serie fosse davvero intrinseca nell'idea di partenza: illustrare una vita a base di divertimento sregolato e imprevisti di ogni genere sviluppata nelle pieghe della vita militare, scandita invece da orari ferrei e austera disciplina.
Con un potenziale di questo calibro era necessario adattare il sistema dei personaggi a ogni evenienza, da cui un gruppo assai eterogeneo sia per vocazione artistica (chi arrivava dal teatro, chi dal cabaret, chi proprio dal nulla) che per origine geografica, giusto per rendere il tutto un po' più colorito (come non ricordare l'accento toscano di Montini o quello veneto del sergente Scherone, o ancora quello pugliese di Serra). Aggiungi nel cast gente come Adriano Pappalardo, Rocco Papaleo, Giampiero Ingrassia e Maurizio Mattioli et voila... il successo è servito!
Non mi dilungherò a proposito delle trame abbastanza sconclusionate dei vari episodi (per quello c'è sempre l'ottimo Wikipedia) o in nostalgiche sviolinate tipo "ora non ne fanno più così", e vado a concludere questo primo assaggio di mio "Amarcord" sub-culturale pre-adolescenziale precisando che buona parte del successo di Classe di ferro per me è derivato da quel gusto di proibito da violare, da assaggiare solo quando riuscivo ad accedere alla tv senza mamma e papà nei dintorni, perchè come tante altre serie televisive (su cui magari tornerò più avanti) questa rappresentava tutto quello che un ragazzino di 8 anni non doveva assolutamente "ancora" conoscere... ahhh, gli anni 80!!
Spero di non avervi annoiato con questo futile post, ma anzi di aver fatto riemergere qualche ricordo in quanti di voi hanno condiviso con me piccoli attimi di (dis)educazione artistico-mediatica all'insegna del buon umore, della spensieratezza e del totale cattivo gusto estetico!! (ecco che mi arriva l'ispirazione per la prossima puntata ^_^)
vi lascio con la sigla della seconda serie firmata dal mitico Pappalardo ;-)
... potete anche lasciare un commento se volete :-P
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